Estrazione del diamante

Il diamante, forma allotropica del Carbonio, è il minerale più duro presente sulla Terra, ma anche il più prezioso.
I diamanti furono inizialmente riconosciuti ed estratti in India già 6000 anni fa ed erano utilizzati con molta propabilità per usi iconografici legati alla religione.
Il "minerale dalla struttura ottaedrica" ha origine nel mantello, in seguito i cristalli vengono portati in superficie da condotti vulcanici mediante eruzione attraverso una roccia contenente molta olivina, chiamata kimberlite. Successivamente la kimberlite, mediante erosione, viene sgretolata liberando i diamanti nella zona circostante in depositi secondari.

ESTRAZIONE
I giacimenti si suddividono in due gruppi: primari e secondari. I giacimenti primari sono quelli in cui i diamanti si trovano ancora nella roccia madre, mentre i secondari sono quelli in cui si trovano in materiali incoerenti tipo sabbia e ghiaia, lontani dai luoghi della roccia madre (tipicamente, kimberlite), ossia in terreni alluvionali. Nel caso dei giacimenti primari si deve frantumare la roccia in pezzi sempre più piccoli, alternando le spaccature a lavaggi abbondanti in cui l'acqua porti via i diamanti dal ganga; il peso specifico relativamente elevato del diamante provoca la sua caduta nelle vasche sottostanti (eventualmente i diamanti si trovano mischiati ad altri minerali più o meno pesanti).
Nelle miniere alluvionali, non dovendo sminuzzare la roccia, il procedimento è più semplice: si usa solo il procedimento gravitazionale con l'acqua, facendo cadere i diamanti nelle vasche. Dopo questo trattamento si portano le vasche colme d'acqua con i diamanti posando le pietre in essi contenute in rulli in cui è cosparso del grasso al quale i diamanti ed i residui di ganga si attaccano. La ganga viene fatta scivolare via mediante altri lavaggi. Successivamente, per togliere i diamanti dal grasso, si porta a fusione l'intero impasto di grasso e diamanti, ove il grasso si scioglie liberando così i diamanti grezzi che sono quindi pronti per il taglio e la lucidatura. Si calcola che le miniere primarie abbiano un carato di diamanti ogni 3,5-4 tonnellate di roccia estratta, mentre per le miniere secondarie vi sia un carato ogni 15 tonnellate di sabbia o ghiaia.




Mirna, Siberia.
La più grande miniera di diamanti al mondo, larga 1250 m e profonda 500 m.



Narrazioni

LETTERATURA

Una delle più importanti opere che riguarda i minerali e i metodi di estrazione è certamente il De re metallica di Giorgio Agricola (1490-1555), conosciuto come il padre della mineralogia.
In un passo così descrive il metodo di estrazione del sale marino:

"Tutto essendo preparato e chiusa la comunicazione col mare, si apre la chiavica del serbatoio che contiene l'acqua marina pura e mista di acqua di pioggia o fiume e tosto i fossati della Salina si riempiono. Si apre quindi la prima catarrata che dà accesso all'acqua del fosso al primo bacino. Intanto che il sole la concentra, l'acqua depone le sostanze terrose. Allora si fa passare quell'acqua nel bacino seguente sino a che per l'ardore dei raggi del sole l'acqua si condensi di più e deponga il sale. Poco dopo s'apre la catarrata del bacino seguente. Quando le acque vi sono rimaste in un certo spazio di tempo, s'apre l'adito all'ultimo bacino nel quale finalmente tutta l'acqua si cambia in sale. I primi rimasti vuoti tornano a riempirsi e intanto si stacca il sale del bacino con dei rastrelli e si estrae con delle pale".


Estrazione del minerale con punta e mazzetta. Xilografia tratta dal "De re metallica" di Agricola (1556)

Diversi spazi alle tecnologie estrattive, sono dedicate nelle due oper di Vannoccio Biringucci, "Bergbuchlein" e "La Pirotechnia".









CINEMA

Il petroliere (USA, 2007)
Regia: Paul Thomas Anderson
Con: Daniel Day-Lewis, Paul Dano, Kevin J. O'Connor, Claran Hinds

TRAMA:
1898: il cercatore d'argento Daniel Plainview accidentalmente scopre un deposito di petrolio in una delle sue miniere. Dopo aver fatto analizzare un campione di roccia, in cui viene confermata la presenza di petrolio, Plainview comincia le operazioni di estrazione. In poco tempo guadagna abbastanza soldi da poter mettere in piedi una piccola compagnia di estrazione. Uno dei suoi lavoratori viene ucciso in un incidente sul lavoro e Plainview prende con sé il figlio rimasto orfano, approfittando della sua dolce presenza per aumentare la sua rispettabilità e mentendo sul suo passato (dirà che la moglie è morta dandolo alla luce). Con l'aiuto del ragazzo, il cui nome è H. W., Plainview espande la propria impresa. Nel 1911 è ormai uno dei petrolieri di maggior successo della California.

TRAILER




L'Italia non è un paese povero (Italia, 1960)
Regia: Joris Ivens, con la collaborazione di Paolo e Vittorio Tavani, Tinto Brass e Valentino Orsini

Nel 1959, Enrico Mattei, ex partigiano, democristiano e capitalista di Stato, chiede a Joris Ivens di realizzare un film sul crescente impegno dell'ENI nell'attività di estrazione del petrolio e del metano in Italia e all'estero, nella raffinazione e nella creazione di una capillare rete di distribuzione in Italia, e nella costruzione della prima centrale nucleare a Latina.
L'"Italia non è un paese povero" è diviso in  tre parti:
  • la prima parte, "Fuochi della Valle del Po", segue la ricerca, l'estrazione e la distribuzione del metano che da Cortemaggiore raggiunge industrie e paese del Nord Italia;
  • la seconda parte è divisa in due frammenti: "Due città", che fa conocere i vantaggi ottenuti da Venezia e Ravenna, luoghi chiave per la raffinazione degli idrocarburi; e "La storia dei due alberi", girato in Lucania, in cui la misera vita di 7 famiglie contadine che dipendono da un unico albero di ulivo, è contrapposta alla prospettiva dei futuri benefici del cosiddetto "albero di Natale", ossi il pozzo estrattivo che con la sua fiamma permanente controllerà la fuoriuscita del gas;
  • la terza ed ultima parte, "Appuntamento a Gela", ha come protagonisti due sposi, un operaio piacentino e la sorella di un pescatore siciliano, alla cui unione si accompagna l'installazione di una piattaforma.

Locandina del film

 Regia : Joris Ivens, con la collaborazione di Paolo e Vittorio Taviani, Tinto Brass e
Valentino Orsini. Il commento è di Alberto Moravia e Corrado Sofi
Regia : Joris Ivens, con la collaborazione di Paolo e Vittorio Taviani, Tinto Brass e
Valentino Orsini. Il commento è di Alberto Moravia e Corrado Sofia
egia : Joris Ivens, con la collaborazione di Paolo e Vittorio Taviani, Tinto Brass e
Valentino Orsini. Il commento è di Alberto Moravia e Corrado Sofia

...chimica, matematica e...

CHIMICA
Per estrazione si intende la separazione di una o più sostanze da una matrice mediante trattamento con solvente.
Si ha anche l'estrazione liquido-liquido che rappresenta il passaggio di un soluto da un solvente ad un altro solvente differente.


MATEMATICA E FISICA
In campo matematico, specificamente in algebra lineare, l'estrazione di una base è un algoritmo che permette di estrarre una base di uno spazio vettoriale a partire da un insieme finito di generatori dello spazio.

Nel campo fisico, invece, il lavoro di estrazione (o funzione lavoro) è l'energia minima che occorre fornire ad un elettrone affinchè venga estratto da un metallo.


GEOLOGIA
L'estrazione è un processo geomorfologico compiuto dai ghiacciai, che consiste nello sradicamento dal terreno di blocchi (di varie dimensioni) di roccia, ad opera appunto del ghiaccio accumulatosi.

L'estrazione di vapore dal suolo (in inglese soil vapor extraction, SVE, o anche soil venting) è una tecnologia di bonifica dei suoli che consiste nell'estrarre le sostanze contaminanti dal terreno di un sito, sotto forma di vapore attraverso dispositivi di aspirazione che sono solitamente costituiti da pozzi.


MILITARE
L'"estrazione" (o anche "esfiltrazione"), nel gergo del combattimento e delle operazioni speciali, è il processo di rimozione di elementi da un sito preso di mira quando è considerato indispensabile che essi siano immediatamente evacuati dall'ambiente ostile e condotti al sicuro in un'area sotto controllo di forze amiche. L'estrazione può implicare il recupero di entità da grave pericolo o situazioni contingenti cui non potrebbero sopravvivere. Tanto l'estrazione quanto il recupero possono riguardare persone non consapevoli (del pericolo) o addirittura non consenzienti, e postulano rapido dispiego, difesa dinamica dell'aggiramento tattico in movimento, ed un celere disimpegno per opera di una squadra di protezione fornita dalle forze speciali.




Estrazione del petrolio

Il petrolio, noto anche con il nome di "oro nero", si accumula nel sottosuolo nel corso del tempo geologico, diversi milioni di anni, nelle trappole petrolifere di sedimenti di rocce porose. I giacimenti sono idividuati dall'uomo tramite uno studio dellec aratteristiche geologiche del sottosuolo, durante la fase di esplorazione geofisica. Per verificare l'effettiva presenza del petrolio si procede alla perforazione sul posto ed all'analisi del carotaggio (campioni di roccia nel sottosuolo). Quando la perforazione conferma la presenza del giacimento e la qualità degli idrocarburi si procede all'installazione degli impianti di estrazione (pozzi petroliferi).
Una volta ultimata la realizzazione del pozzo petrolifero si procede con la fase di estrazione del petrolio. L'estrazione del petrolio può avvenire in modo naturale se la pressione nel sottosuolo è sufficiente a spingere il greggio dal giacimento al pozzo petrolifero in superficie. La fuoriuscita del liquido oleoso è regolata tramite la presenza di una valvola di sicurezza posto sul pozzo petrolifero. Se la pressione del sottosuolo non è sufficiente a far fuoriuscire il petrolio sono installate dei sistemi di pompaggio sul pozzo petrolifero. In entrambi i casi il petrolio appena estratto viene convogliato verso serbatoi temporanei di accumulo o immessi direttamente negli oleodotti. L'operazione di estrazione del pozzo petrolifero continua fino all'esaurimento della riserva petrolifera a cui è collegato.




Piattaforma petrolifera nell'Oceano Atlantico



Estrazione del carbone

Per estrazione del carbone si intende la pratica di prelevamento del carbon fossile dal sottosuolo terrestre.
Ci sono due diversi metodi di estrazione:
  •  a cielo aperto, qualora il giacimento di carbone sia superficiale. Questo metodo è molto dannoso sia per l'ambiente sia per la salute degli operai poichè vengono prodotte elevate quantità di polvere;
  • a cielo chiuso, qualora il giacimento è in profondità. Meno dannoso del precende sull'ambiente, ma più pericoloso per i minatori che lavorano nei pozzi.


Pezzo di carbone


Miniera di carbone a cielo aperto presso Baralaba, Australia



Estrazione dell'uranio

Per estrazione dell'uranio si intendo tutti i processi che permottono di ricavare il minerale uranifero dalla crosta terrestre.
La prima estrazione specifica per l'estrazione di minerali radioattivi si svolse a Jáchymov, nota anche con il nome tedesco di Joachimsthal, con cui i coniugi Pierre e Marie Curie riuscirono ad isolare il radio, uno dei prodotti di decadimento dell'uranio. Fino alla Seconda Guerra Mondiale l'estrazione del minerale veniva compiuta quasi esclusivamente per l'estrazione del radio, che veniva ad esempio utilizzato come vernice per i quadranti di orologi ed altre strumentazioni per la sua luminescenza, oltre che per svariate applicazioni in campo sanitario, alcune delle quali, a posteriori, sarebbero risultate con effetti nocivi alla salute. L'uranio risultante veniva invece utilizzato come pigmento giallo.

Uranio in natura


Miniera di Uranio a cielo aperto di Ranger, Australia del Nord

Estrazione dell'olio di oliva

L'estrazione dell'olio dalle olive si effettua prevalentemente con tre sistemi:
  • per pressione (metodo classico, discontinuo)
  • per centrifugazione (metodo moderno, continuo)
  • percolamento mediante e filtrazione selettiva (metodo moderno, continuo)

 METODO PER PRESSIONE

Olio di oliva metodo per pressione Le olive che giungono al frantoio devono essere innanzitutto pulite da foglie, terra e quant'altro possa danneggiare le caratteristiche organolettiche dell'olio e lo stesso impianto. Le drupe subiranno quindi uno o più passaggi in macchinari di aspirazione e vasche di lavaggio. Sempre a questo livello, per la produzione di oli particolarmente pregiati, si può effettuare una cernita a mano, allontanando le olive che non rispondono agli standard qualitativi.
Subito dopo la pulitura delle olive, viene eseguita la molitura o frangitura, cioè il loro schiacciamento con mezzi meccanici. Le drupe vengono messe all'interno delle molazze (vasche metalliche speciali dotate di 2, 3 o 4 ruote molto pesanti, di granito, che girano su se stesse ed intorno ad un albero centrale, dal quale distanziano in misura diversa, determinando, così, lo schiacciamento dell'oliva).
La frangitura ha lo scopo di ledere le cellule della polpa, favorendo la fuoriuscita di olio dai vacuoli e la frantumazione del nocciolo. Quest'ultimo aspetto è molto importante perché, essendo il nocciolo dotato di un guscio legnoso, quando va incontro a rottura produce schegge che favoriscono, a loro volta, la lesione delle strutture cellulari della polpa ed una maggior estrazione di olio.
Nei frantoi più moderni le macine o molazze sono sostituite da frangitoi metallici a martelli, a cilindri o a dischi, che permettono di abbattere i tempi di produzione.

Dalla molitura si ottiene una massa definita "pasta di olive" (che non ha nulla a che vedere con il prodotto alimentare per la preparazione di tramezzini e stuzzicherie varie). Questa pasta di olive può essere definita un'emulsione di olio in acqua, perché l'olio fuoriuscito dai vacuoli si disperde sottoforma di goccioline in questa massa pastosa. La pasta di olive viene poi estratta dalla molazza e portata alla gramola, dove si effettua una gramolatura, cioè un suo rimescolamento.

Mollazze
Agitando questa pasta si facilita un'ulteriore lacerazione delle cellule, ottenendo una maggiore fuoriuscita di olio dai vacuoli. Altro aspetto molto importante legato alla gramolatura è che, grazie ai continui rimescolamenti, le goccioline di olio disperse nella massa collidono tra loro unendosi in gocce via via sempre più grosse. Procedendo nella lavorazione di questa pasta si ha un'inversione di fase; tramite gramolatura si passa quindi da un'emulsione di olio in acqua ad un emulsione di acqua in olio: la massa assume una composizione oleosa e l'acqua di vegetazione rimane dispersa sottoforma di piccolissime goccioline.
L'aumento della temperatura e dei tempi di gramolatura migliora la resa in olio ed il suo aroma, ma influisce negativamente sulla qualità e conservabilità del prodotto, in quanto il calore diminuisce il contenuto in polifenoli, mentre il tempo di gramolatura prolungato favorisce l'aumento dell'acidità libera.

A questo punto si riestrae la massa dalla gramola e si effettua la pressatura mediante presse idrauliche. Queste macchine sono costituite da una specie di torchio centrale in cui viene posto un carrello con foro centrale. In questo carrello vengono sovrapposti dei dischi filtranti, detti fiscoli, costituiti da fibre metalliche, in genere di acciaio, o naturali. La pasta di olive viene spalmata sui fiscoli, i quali vengono impilati nel carrello intervallati da dischi pieni, non costituiti da fibra, ma da metallo. Il carrello viene quindi fatto entrare nel sistema premente e si procede con la pressatura. I dischi metallici servono per uniformare la pressione e rendere più efficace l'azione di spremitura. Dalla pressatura della pasta di olive fuoriesce un liquido, detto mosto, costituito da un'emulsione di olio in acqua di vegetazione.

Questo mosto viene poi portato nelle centrifughe per ottenere una completa separazione delle due fasi, allontanando l'acqua di vegetazione dall'olio. E' chiaro che tale processo avverrebbe comunque in maniera spontanea, ma è preferibile effettuare la centrifugazione per abbattere i tempi ed impedire che gli enzimi presenti nell'acqua di vegetazione facciano decadere il valore del prodotto.
L'olio così ottenuto dovrà subire una filtrazione finale per eliminare residui di polpa e tutte le sostanze che possono intorbidarlo

Al termine dell'intero processo abbiamo ottenuto un olio vergine; ricordiamo che tale attributo spetta esclusivamente agli oli ottenuti mediante processi meccanici.
Gli oli vergini vengono a loro volta classificati in base all'acidità libera. Se questa risulta superiore rispetto ai parametri di legge si rende necessario un processo di correzione o rettifica (operazione tecnologica eseguita sugli oli per renderli idonei al consumo umano; alla rettifica devono essere sottoposti tutti gli oli vergini con acidità superiore ai limiti di legge, tutti gli oli di sansa e tutti gli oli di semi).
La sansa è ciò che resta sui fiscoli dopo la pressatura, quindi il residuo della pasta di olive. Questa sansa contiene ancora una piccola percentuale di olio, non più estraibile mediante pressione ma attraverso estrazione con solventi chimici. L'olio così ottenuto non può più essere chiamato vergine, necessita di rettifica e viene prodotto in stabilimenti separati dagli oleifici. Oleifici e sansifici, in genere, sono comunque molto vicini in quanto la lavorazione delle sanse dev'essere quanto più rapida possibile.

Note:
Un olio con un'acidità molto alta viene definito lampante, non è idoneo per il consumo umano (presenta un gusto sgradevole), e viene sottoposto ad una serie di processi per renderlo tale.
L'acqua di vegetazione è utilizzata per la fertirrigazione, viene cioè sparsa nei campi ed, essendo ricca di minerali e sostanze azotate, aumenta la fertilità del terreno.


METODO PER CENTRIFUGAZIONE
Centrifugazione I processi iniziali, pulitura, frangitura e gramolatura, sono gli stessi visti per il classico metodo a pressione. Dopo la gramolatura la pasta di olive viene miscelata con un 30% di acqua (viene diluita, resa più liquida) ed entra in un estrattore centrifugo, che può essere a tre vie (dal quale escono la sansa, l'olio e l'acqua di vegetazione) o a due vie (dal quale escono solamente l'olio e l'acqua di vegetazione).
L'estrattore centrifugo, chiamato decanter, è costituito da una vite senza fine che, ruotando, porta avanti la pasta di olive comprimendola; da un lato escono le sanse schiacciate, il liquido va sul fondo e, mentre scende, si ha anche la separazione dell'acqua (che esce dal basso) dall'olio (che esce dall'alto, perché più leggero).
La separazione, però, non è netta ed entrambi vengono immediatamente sottoposti a centrifugazione, per recuperare la piccola percentuale di olio presente nell'acqua da un lato, e per allontanare la piccola quota di acqua di vegetazione presente nell'olio dall'altra.
 
Centrifugazione olio

Gli oli vengono poi uniti e l'acqua recuperata per essere nuovamente mescolata alla pasta di oliva.
Si tratta di un impianto veloce, che lavora molto bene, ma che, dovendo mescolare la pasta di olive con un 30% di acqua, causa la parziale perdita della frazione polifenolica dell'olio. I polifenoli sono una categoria di composti ad azione antiossidante presente nei vegetali e nello stesso olio di oliva. Mescolando la pasta con l'acqua, buon parte di questi polifenoli viene perduta; il prodotto si priva così di una caratteristica molto importante, sia per la salute del consumatore, sia per la sua conservabilità.
La necessità di limitare il volume delle acque di vegetazione ha portato alla messa a punto del cosiddetto decanter a due fasi, grazie al quale si ottengono solamente due prodotti, l'olio da un lato e la sansa dall'altro. Quest'ultima risulta tuttavia difficilmente gestibile con le normali pale meccaniche, in quanto particolarmente ricca di acqua (60%),
Per tutti questi motivi oggi sta prendendo sempre più piede il processo mediante filtrazione selettiva.



FILTRAZIONE SELETTIVA
Anche in questo caso le fasi iniziali di pulitura, molitura e gramolatura sono le stesse viste per i metodi precedenti. Alla gramolatura segue un'estrazione dell'olio mediante percolamento.
La pasta di oliva viene messa su sistemi filtranti costituiti da una griglia di acciaio o nichel, sulla quale poggiano tante lamelle di metallo mobili che penetrano nella pasta. Dal momento che tali lamelle sono costituite da metallo, l'olio di oliva aderisce ad esse molto meglio dell'acqua; quando si retraggono lasciano poi sgocciolare l'olio trattenuto. Questa tecnica sfrutta la diversa tensione interfacciale esistente tra metallo ed olio e tra metallo ed acqua. Lo stesso fenomeno si può apprezzare immergendo un coltello o una forchetta in acqua e in olio.
Su queste piastre scorre un pettine raschiatore in gomma, che spinge la pasta di oliva sul sistema filtrante.
Le goccioline di olio rimangono quindi adese alle lamelle di metallo e scivolano giù, mentre l'acqua non si attacca e resta nella pasta di olive. Il risultato finale di questa tecnica filtrante è un'emulsione di piccolissime goccioline di acqua di vegetazione in olio, detta mosto, che viene sottoposta a centrifugazione per ottenere la definitiva separazione dell'olio dall'acqua. Anche la sansa viene sottoposta al medesimo processo, che permette di ottenere da un lato un corpo di fondo esaurito e dall'altro un mosto, che per successiva centrifugazione verrà ancora una volta separato in olio ed acqua di vegetazione.

Percolazione

In definitiva, si tratta di un processo più laborioso rispetto al precedente, ma che preserva la componente fenolica dell'olio, dando un prodotto più ricco di sostanze antiossidanti e meno soggetto all'irrancidimento.




Mitologia

Nella leggenda ritroviamo la storia di Re Artù ed Excalibur, la magica spada dagli infiniti poteri.
Artu' nacque, secondo la leggenda, a seguito di un incantesimo di Merlino, grazie al quale Uther Pendragon, precedente re britannico, pote' giacere con la bella Igerna, di cui si era invaghito,facendosi passare per il marito. Artù viene portato via da Merlino il quale lo fa crescere lontano dal regno del padre naturale e in seno ad un altra famiglia. In età adulta ottiene il trono d'Inghilterra estraendo la spada dalla roccia, atto reso possibile solo a colui che è il vero re, ossia il figlio di Uther Pendragon.

Di seguito un dialogo estratto dal cartone animato Disney "La spada nella roccia":
Artù: Sono in un tremendo pasticcio: sono re.
Anacleto: Ha estratto la spada dalla roccia.
Mago Merlino: Aha! Ma certo, certo! Re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda.
Artù: Tavola Rotonda?
Mago Merlino: Perché, la preferisci quadrata forse?
Artù: Oh no, rotonda mi sta bene.
Mago Merlino: Aha, oh, ragazzo, ragazzo mio. Tu diventerai un eroe leggendario. Scriveranno libri su di te nei secoli a venire. E chissà, magari faranno anche un film su di te.



Modi di dire e aforismi

Estrarre dal mazzo
- Scegliere, prendere il meglio di quanto disponibile.

Estrarre a sorte
- Scegliere per mezzo del sorteggio.


"In questa squadra c'è ancora molto petrolio da estrarre!"
Giovanni Trapattoni

"Anche immerso nelle tenebre e nel silenzio io posso, se voglio, estrarre nella mia memoria i colori, distinguere il bianco dal nero e da qualsiasi altro colore voglio."
Sant'Agostino

Brevetti

PROCESSO DI ESTRAZIONE DEL RAME
di William E. Greenawalt brevettato il 18 Gennaio 1927, US Patent Office N° 1614668



PROCESSO DI ESTRAZIONE DEL NICHEL E DEL COBALTO DA MINERALI FERRUGINOSI
di Frank O. Kichline brevettato il 29 Giungo 1926, US Patent Office N° 1590525



GAS EXTRACTOR (23-04-1985)
A gas extractor for processing crude oil to provide the energy to power an internal combustion engine driving a conventional oil pumping unit. the extractor comprises a vertical tank, an extractor chamber, an exhaust gas pipe passing through the tank with a plurality of baffle pans mounted longitudinally thereon; a crude oil reservoir in the top of the tank, valve means controlling the rate of oil flow from the reservoir to the upper baffle pan; means to vary the amount of exhaust gases passed through the exhaust pipe to control the temperature of the extractor chamber; a gas outlet passage, air inlet passage and oil drain passages in the extractor chamber, each adjacent baffle pan being oppositely tilted and having a drain opening at its lower side whereby the oil passing through the extractor flows across each adjacent oil pan before being drained from the extractor.


An extractor system for extracting hazardous smoke or other unwanted gases in an aircraft is provided. The extractor system includes an external air receiver mounted on the exterior of the aircraft, a vent receptacle positioned inside the aircraft, and an air flow conduit tubing interconnecting the receiver and the vent receptacle. When the aircraft is in motion, air flow outside the aircraft enters the external air receiver and induces a suction force at the vent receptacle, which siphons out smoke and other unwanted gases in the interior of the aircraft. The system also includes a valve to control the suction force induced at the vent receptacle. Alternatively, the extractor system can be used on other moving vessels for extracting smoke or other unwanted gases in the vessels.


CORK EXTRACTOR (06-05-2001) 
An extractor for removing a cork from the inside of a main body of a narrow neck bottle comprises a handle, and at least two generally oval wire loops depending from the handle, the wire loops being deformable so they can fit through the neck and expand and capture a cork. Optionally mesh is provided with the loops for extracting cork fragments. The mesh can be held in place by interlocking the loops together.


PROCESSO E APPARATO PER L'ESTRAZIONE DI ORO ED ARGENTO
di  C.D. Bonnet brevettato il 13 Maggio 1884, US Patent Office N° 298663




Iaido: l'arte dell'estrazione della spada

Lo Iaido si definisce come l'Arte dell'estrazione e dell'uso della spada tradizionale giapponese (Katana). Disciplina fortemente influenzata dallo Zen, si pratica attraverso l'esecuzione di forme strettamente codificate (Kata), che non prevedono un avversario reale ma bensì immaginario. Avversario che possiamo facilmente identificare con il proprio SE': si afferma spesso nello Iaido "si deve tagliare il nemico interiore".
Questa disciplina, la più antica delle arti marziali giapponesi, ha, nei fatti, influenzato l'evoluzione di tutte le altre discipline giapponesi oggi conosciute e diffuse. le prime scuole di Iaido, di cui si hanno notizie, risalgono al VII secolo d.C. durante l'era Nara, mentre il periodo di massimo sviluppo delle scuole di Iaido si ebbe attorno al 1500 - 1600. Alcune di queste scuole antiche si sono trasmesse fino ai giorni nostri ed è ancora oggi possibile praticarle.
L'esecuzione delle tecniche è finalizzata alla ricerca di una ideale coordinazione di mente, corpo e respiro e partecipa, di conseguenza, alla costruzione di un solido equilibrio psicofisico. Qualità implicite sono la pazienza e perseveranza nella pratica. Si tratta di un'arte austera ma indubbiamente affascinante, bisogna rendere completamente naturale l'uso della spada e manifestare pienamente, attraverso questo strumento, il proprio corpo.

Lo Iaido è inoltre un ideale complemento per chi pratica qualunque altra arte marziale giapponese in quanto vi si possono ritrovare i principi fondamentali delle altre discipline esaltati dal supporto della spada.
Ma lo Iaido non è solo questo; letteralmente significa "via dell'unione dell'essere" (o degli esseri). Scopo ultimo di questa disciplina è la perfetta ed armonica unione con se stessi e di conseguenza con l'Universo.